L’Asprinio è un vitigno che da cui nasce un’uva bianca ed è diffuso principalmente nella zona di Aversa, in provincia di Caserta. In queste aree dà ottimi risultati soprattutto se coltivato ad alberata. Spesso la pianta è abbinata a tutori vivi, olmi o pioppi, e forma una barriera vegetale in grado di superare i 20 metri di altezza. Nelle zone di produzione, il vino è conservato nelle tipiche grotte di tufo, profonde anche più di quindici metri, dove la temperatura rimane costante intorno ai 13 – 14 gradi sia in inverno che in estate. Il grappolo è di media grandezza, compatto, allungato e conico, con o senza ali. L’acino è sferoidale, medio grande, con buccia di colore grigio verdastro, ricoperta abbondantemente di pruina. La maturazione avviene in genere fra la fine di settembre e i primi di ottobre. La produttività è abbondante e la vigoria della pianta è ottima. Sulla sua provenienza si sono fatte molte ipotesi. Una che voleva l’Asprinio appartenere alla famiglia dei Pinot e importato dai francesi durante la dominazione di fine 800 e utilizzato per la produzione di vini spumanti. Un’altra lo farebbe derivare dalla domesticazione da parte degli Etruschi di viti selvatiche presenti nella zona. Infine, quella più attendibile, basata su recenti analisi molecolari, ridurrebbe l’Asprinio a semplice biotipo del Greco. L’Asprinio dà un vino leggero, poco propenso all’invecchiamento, di colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Nel 1993 l’Asprinio riceve la consacrazione a livello nazionale ed internazionale con il riconoscimento del marchio DOC.

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